Sondrio – 8 settembre 1943

Manifesto scritto subito dopo l’annuncio dell’armistizio trasmesso la sera dell’8 settembre dalla radio.

Un gruppo di antifascisti valtellinesi, riuniti a casa del mobiliere Angelo Ponti, sollecitò gli abitanti della provincia di Sondrio a organizzarsi militarmente per resistere ai nazifascisti e per riconquistare la libertà.

I soldati sfuggiti alla cattura da parte dei tedeschi dopo l’8 settembre si riunirono in montagna e qui costituirono i primi nuclei di resistenza armata a cui si aggiunsero poi i giovani che si rifiutavano di prestare servizio militare presso la Repubblica Sociale Italiana.

La guerra di liberazione ebbe esito favorevole grazie anche all’aiuto di tutta la popolazione, soprattutto delle donne, dei parroci e delle suore.

Monumento alla Resistenza – Sondrio

Il monumento vuole ricordare tutti coloro che si sono opposti al nazifascismo, sia imbracciando le armi, sia aiutando i partigiani e tutti i perseguitati, come gli ebrei.

Collocato nella centrale piazza Campello di Sondrio, rivolto verso il Municipio e la Chiesa Collegiata, il monumento fu realizzato nel 1968 dallo scultore Livio Benetti

Uomini giusti

Tutti gli appartenenti al corpo della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, con l’aiuto del viceprefetto di Sondrio, aiutarono nell’espatrio sia gli ebrei stanziati all’Aprica, sia i numerosi perseguitati razziali che transitavano sul territorio per passare il confine svizzero.

Ci fu una catena partigiana di solidarietà umana che coinvolse la popolazione e i parroci che spesso fecero da mediatori con i «passatori».

Un esempio di tale collaborazione è narrato nel libro di Alan Poletti, Una seconda vita, che racconta come gli ebrei dell’Aprica riuscirono a salvarsi.

Purtroppo in due successive retate, nel mese di dicembre del 1943, 63 ebrei più 2 guide vennero fermati alla frontiera e deportati; si contano sulle dita di una mano quelli che si sono salvati.

LA STAMPA LOCALE – IL POPOLO VALTELLINESE

16 DICEMBRE 1943 Numerosi ebrei arrestati mentre tentavano di sconfinare. Il sequestro dei beni per un rilevante valore “La disposizione del governo repubblicano relativa all’arresto ed alla confisca dei beni degli appartenenti alla razza ebraica è stata, in Valtellina, immediatamente attuata. Quattordici giudei, che fino a ieri avevano impunemente risieduto fra noi, sono stati tolti di circolazione e privati della loro proprietà. Oltre a questi, però, altri provenienti da vicine provincie, con lo scopo più che evidente di espatriare clandestinamente in territorio Svizzero, sono caduti nella pania. Si tratta degli ebrei: Roberto Jona in possesso di biglietti di banca per centomila lire, Allegra Zaccar, Lina Bessol, Elsa Bessol e Arturo Pisetzschy ai quali vennero sequestrati trecentomila lire in contanti e titoli greci per 4 milioni di dracme”.

25 Dicembre 1943 “Abbiamo già accennato nei numeri scorsi ai fermi operati nelle zone di frontiera della nostra provincia, di ebrei che tentavano di espatriare in territorio svizzero. Veniamo ora a conoscenza che anche durante quest’ultima settimana i militi della G.N.R. hanno proceduto all’arresto di ben 42 ebrei provenienti da Milano, Firenze, Padova, Torino e da altri centri minori dell’Italia Settentrionale. Addosso agli stessi venivano rinvenuti e sequestrati numerosissimi oggetti e monili in oro, argento e pietre preziose, oltre a denaro italiano ed estero, il tutto per un valore non ancora precisato con esattezza, ma che certamente è di parecchie milioni”.

IL BINARIO 21

Dopo la cattura nel dicembre 1943, gli ebrei arrestati in provincia di Sondrio vennero trasferiti a Milano e lì molti di essi finirono sui vagoni del binario 21. Questo si trova in un’area della stazione centrale di Milano, al di sotto del piano dei binari. Dapprima utilizzato per il carico e lo scarico della posta, nel periodo tra il 1943 e il 1945 divenne il luogo in cui centinaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci, successivamente alzati a livello dei binari e agganciati ai convogli in partenza per i campi di concentramento e sterminio o per i campi di raccolta italiani.

IL MURO DEI NOMI

Muro dei Nomi al Memoriale della Shoah – Stazione Centrale