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EDOLO
- Monumento ai 5 Martiri: Eccidio di Mù. Già nel febbraio del ’45 erano stati arrestati Gregorio Canti e Giovanni Venturini, Fiamme Verdi impegnate nell’azione di rifornimento delle truppe arroccate in Mortirolo. Per mesi il povero Venturini – nome di battaglia Tambìa, Già artigliere della Tridentina, era miracolosamente tornato dalla Russia con piedi congelati e quindi svolgeva l’incarico di responsabile della logistica e degli approvvigionamenti dei gruppi FF.VV. – era stato sottoposto a interrogatori durissimi e a torture indicibili. L’11 aprile 1945 i due amici e altri tre ribelli, Vitale Ghiroldi, Vittorio Negri e Giovanni Scilini, per espresso ordine del famigerato comandante della “Tagliamento”, col. Merico Zuccari, finiscono contro il muro del cimitero di Mù per essere fucilati. L’ultima cosa che Tambìa dice ai militi che stanno per fucilarlo è: «Sparate! Fate il vostro dovere. Io vi perdono e vi auguro la felicità su questa terra; io la godrò in cielo. Sparate! Viva l’Italia! Viva Cristo Re!».
I cinque martiri del monumento di Edolo:
- Giovanni Venturini: nome di battaglia Tambìa, era nato a Corteno il 20 marzo 1916…
- Gregorio Canti: giovane cortinese (classe 1921), partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, amico intimo di Giovanni Venturini, con lui collaborò nella gestione della logistica e del vettovagliamento dei gruppi partigiani, nonché allo smistamento e alla consegna degli ordini e delle informazioni militari dal comando agli insediamenti dei gruppi.
- Vitale Ghiroldi: giovane di Pian di Borno, arrestato alla stazione di Edolo senza documenti e, per questo, sospettato di essere partigiano. Viene fucilato davanti al cimitero di Mù l’11 aprile 1945.
- Vittorio Negri: valtellinese di Villa di Tirano, classe 1915, partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, nome di battaglia Jack, fu arrestato e torturato nello stesso arco di tempo in cui si consumò la tragedia umana di Venturini. Appeso per il mento a una trave mediante un gancio da macellaio, fu lasciato a soffrire per qualche ora, fino a che gli mancarono le forze e svenne. A quel punto, i militi della GNR gli bruciarono un orecchio, per controllare se fosse ancora vivo. Anch’egli venne fucilato davanti al cimitero di Mù l’11 aprile 1945.
- Giovanni Scilini: valtellinese di Villa di Tirano, classe 1916, partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, fu arrestato e torturato nello stesso arco di tempo in cui si consumò la tragedia umana di Venturini; fu fucilato davanti al cimitero di Mù l’11 aprile 1945.
- Caserma dei carabinieri di Edolo:
-
- Luigi Tosetti: nato in provincia di Modena nel 1900, sposato con quattro figli, dal 15 ottobre 1941 fu comandante della stazione dei carabinieri di Edolo…
- Carceri di Edolo
- Domenico Lazzarini: partigiano delle Fiamme Verdi del “Gruppo Ferrari” della brigata FF.VV. Schivardi, fu arrestato dalla GNR nell’autunno del 1944. Venne ucciso il 10 novembre di quello stesso anno, nello scantinato delle carceri di Edolo insieme a Zeffirino Ballardini. Il suo corpo, come quello di Ballardini, fu sepolto di nascosto nei pressi delle Scuole della frazione Mù, E venne riesumato solo alcuni mesi dopo.
- Zeffirino Ballardini: nativo di Temù, classe 1922, insieme allo zio Raffaele Menici aderì al gruppo partigiano dell’alta Valle in contatto con la 54ª brigata Garibaldi…
- Cimitero di Edolo:
- Lapide alle Fiamme Verdi cadute per la libertà:
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- Algieri Giuseppe: Calabrese di nascita, fu catturato e internato in Germania dopo l’8 settembre 1943, ma riuscì a fuggire dal campo di concentramento. Raggiunta la Val Camonica, dal giugno 1944 entrò a far parte della brigata FF.VV. Schivardi. Morì il 15 aprile 1945 durante la seconda battaglia del Mortirolo.
- Alessandro Danesi: partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, nato a Cannes, nome di battaglia Pisa, partecipò alla prima battaglia del Mortirolo, perdendo la vita il 23 febbraio 1945 (cfr. 15.a).
- Bortolo Fioletti (cfr. 19.a)
- Luigi Molinari (Monte Groppo, 20/01/1945)
- Mario Gazzoli: partigiano delle FF.VV. nato in Francia (Verfiel-Nîmes), fu tra i caduti della seconda battaglia del Mortirolo, morto il secondo giorno di combattimenti (11 aprile 1945). Medaglia di bronzo al V.M. alla memoria.
- Luigi Tosetti (cfr. 2.a)
- Tomba di Angelo Gulberti: nativo di Sonico, classe 1918, è anche noto col nome di battaglia, Reno…
CORTENO
- Santicolo
- Antonio Schivardi: Nativo di Corteno, classe 1910, era reduce della guerra in Africa (1935) e nel 1940 fu inviato in Albania…
- Strada per Corteno:
- Luigi Marniga: partigiano cortenese della brigata FF.VV. Schivardi, fratello minore di don Mario Marniga, al tempo curato di Vezza d’Oglio e grande animatore del movimento partigiano dell’Alta Valle. Il giovane Luigi fu ucciso a Corteno a soli vent’anni, il 27 aprile 1945, nei giorni immediatamente precedenti la resa incondizionata dei nazifascisti.
- Cimitero di Corteno: Lapide ai Caduti per la libertà
- Antonio Schivardi (cfr. 5.a)
- Giovanni Venturini (cfr. 1.a)
- Bortolo Rodondi: nome di battaglia Leone, fu un partigiano della brigata FF.VV. Lorenzini…
- Giovanni Marconi: nativo di Santicolo, partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, morì nella prima battaglia del Mortirolo, il 24 febbraio 1945. Fu insignito della Croce al V.M. alla memoria.
- Stefano Francesconi
- Gregorio Canti (cfr. 1.b)
- Luigi Marniga (cfr. 6.a)
- Bortolo Fioletti (cfr. 19.a)
- Enrico Buila: cortenese, partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, fu ucciso a Carona, nei pressi di Teglio (Valtellina), il 26 agosto 1944.
- Piazza M.O. Venturini: Medaglia di bronzo alla Resistenza al comune di Corteno Golgi
Conferita con decreto del Presidente della Repubblica 15 dicembre 1992, registrato alla Corte dei conti l’11 marzo 1993, registro n. 13 Difesa, foglio n. 120, è stata concessa come ricompensa al valor militare “alla memoria” per attività partigiana. «In venti mesi di lotta, rinnovando le sue fiere tradizioni, Corteno Golgi sopportò con fierezza il fuoco e le distruzioni dei nazifascisti. Il tenace eroismo della sua popolazione che, senza cedere alle più atroci torture e rappresaglie consentì e sostenne il prosieguo della guerra partigiana, fu di incitamento e sostegno alla Resistenza in Val Camonica. – Corteno Golgi, settembre 1943-aprile 1945.»
- Casa di detenzione di Venturini, prima di essere trasferito a Edolo
APRICA
- Strada per Aprica
Raffaele Menici: nato a Temù il 13 dicembre 1895, fu ufficiale degli alpini nella prima guerra mondiale…
- Aprica bassa
Attilio Stampa: classe 1922, sergente degli Alpini dapprima alla Scuola Militare di Aosta, poi a Sondrio.
-
- Bivio per Trivigno
1.Battista Fanetti: Nato a Sonico (Brescia) il16 febbraio 1921, caduto all’Aprica il 24 gennaio 1945. Dopo avere disarmato, insieme al compagno Tonini, una prima pattuglia tedesca proveniente dall’Apricasulla strada tra Edolo e Tresenda (Sondrio) venne ucciso da una seconda pattuglia.
2.Erminio Tonini: Nato ad Arco (Trento) nel 1923. Partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, fu ucciso sulla strada tra Edolo e Tresenda (Sondrio) il 24 gennaio 1945, alla vigilia delle battaglie del Mortirolo, insieme al compagno Battista Fanetti.
- Guspessa
- Alessandro Danesi (cfr. 4.b)
- Giovanni Marconi (cfr. 7.d)
- Charles Douard: partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, francese di natali parigini, partecipò alla prima battaglia del Mortirolo, perdendo la vita il 23 febbraio 1945. (cfr. 15a)
MONNO
- Passo del Mortirolo
- Ersilio Manciana: originario di Valfurva (Sondrio), fu partigiano della brigata FF.VV. Schivardi, partecipò alle battaglie del Mortirolo, perdendo la vita durante la seconda, il 28 aprile 1945, nei pressi del Passo Mortirolo. Fu insignito della Medaglia d’argento al V.M. alla memoria.
- Mazzo, Postazioni trincee
- Prima battaglia del Mortirolo: La battaglia, durata dal 22 al 27 febbraio 1945, ebbe come scenario la zona del passo del Mortirolo e del Monte Padrio, vide il succedersi per cinque giorni gli assalti delle forze repubblichine, sempre respinte dai partigiani, risultati alla fine vittoriosi. Iniziata con un rastrellamento a tenaglia, tra il 21 e il 22 febbraio 1945, operato da due compagnie della “Tagliamento” (una da Vezza d’Oglio e una da Corteno), per «annientare i gruppi dei partigiani che si trovano dislocati tra lago di Mortirolo, Baite del lago, San Giacomo e Mortirolo», come risulta dagli ordini di operazione dei nazifascisti, prosegue fino al 27 febbraio, quando l’ennesimo assalto fascista viene respinto dagli uomini comandati da Tosetti, collocati strategicamente in alto. Al termine degli scontri, sul campo di combattimento restano vari mitra, fucili, munizioni e bombe a mano, lasciati dai repubblichini in fuga, che avevano portato con sé i compagni caduti. Questa la testimonianza di Gildo Adamini, partigiano delle FF.VV. che prese parte ai combattimenti, mentre ricorda quei giorni: «per tenere fede al giuramento di combattere per la libertà e la dignità, avevamo dovuto colpire duramente i militi della “Tagliamento”, anche se nel cuore sentivamo lo spasimo che le nuove croci avrebbero recato ad altre madri e spose italiane».
- Mario Gazzoli (cfr. 4.e)
- Albergo Alto Mortirolo
- La lapide: Sulla parete che guarda la strada dell’Albergo Alto, a poche centinaia di metri dal Passo del Mortirolo, che aveva svolto la funzione di Comando dei Partigiani in Alta Valle, poco dopo la fine della guerra fu collocata questa iscrizione, su una lapide, che ben riassume la moralità della resistenza camuna (e italiana): «Su queste montagne, nido di Fiamme Verdi, arse la lotta, trionfò il perdono».
- Seconda battaglia del Mortirolo: La battaglia, iniziata il 10 aprile e conclusasi nei primi giorni di maggio 1945, rispondeva all’operazione “Mughetto” avviata dal col. Merico Zuccari il 9 aprile. L’intento dei fascisti era quello di risalire la vallata e di portare nuovi attacchi alle forze partigiane asserragliate sul monte, più forti dei precedenti. L’azione della “Tagliamento” fu supportata anche da 300 SS italiane e da due Compagnie della Brigata nera “Quagliata” del ten. col. Arturo Pellegrini: in tutto circa 2.000 uomini, sostenuti anche dall’artiglieria tedesca. Nonostante vari attacchi, i fascisti non riuscirono a prendere le posizioni dei partigiani, e ripiegarono per coprire la fuga dei tedeschi verso il Tonale: ma i partigiani, spostato il fronte di battaglia, rallentarono molto questo passaggio, e permisero l’arresto al passo del Tonale di tedeschi e fascisti. Nel corso dei ventidue giorni di combattimento, i partigiani, comandati da Lionello Levi Sandri, chiesero più volte la resa di Zuccari e dei suoi, senza successo: solo la resa finale dei tedeschi, il 2 maggio, pose termine ai combattimenti. Lo scontro più aspro fu registrato 19 aprile, quando gli obici germanici da fondovalle iniziarono a tirare sul passo, per quasi sei ore. Fondamentale fu, in quell’occasione, lo spostamento “in alto” dei partigiani, che garantiva incolumità e collocamento strategico delle difese.
- Lionello Levi Sandri: nome di battaglia Sandro, Levi Sandri prestò servizio in Africa come capitano di artiglieria; dopo l’armistizio, si unì alla Resistenza, e fu commissario politico e vicecomandante delle Fiamme Verdi in Mortirolo…
- Santella del partigiano
- Chiesetta di San Giacomo in Mortirolo – Cippo
- Luigi Calvi: nativo di Cortenedolo, partigiano della brigata FF.VV. Tosetti, cadde sul Mortirolo vittima di un attacco fascista nel periodo tra le due battaglie del Mortirolo, il 21 marzo 1945.
- Giuseppe Algieri (cfr. 4.a)
- Alessandro Danesi (cfr. 4.b)
- Bortolo Fioletti (cfr. 19.a)
- Ersilio Manciana (cfr. 14.a)
- Giovanni Marconi (cfr. 7.d)
- Charles Douard (cfr. 13.c)
- Mario Gazzoli (cfr. 4.e)
- Luigi Tosetti (cfr. 2.a)
- Uscita del paese
- Bortolo Fioletti: Bortolo Fioletti (detto Poldo) nacque a Corteno Golgi (Brescia) il 26 gennaio 1926…
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