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Nasce ad Aosta il 4 marzo 1897 da una famiglia fra le più in vista della città, dove compie gli studi di base, fino al conseguimento della maturità classica. All’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, appena diciottenne, si arruola come volontario e viene inquadrato nel 25° Reggimento Artiglieria da Campagna, iniziando così la sua notevole carriera militare. Nel 1916 ottenne la medaglia di bronzo al Valor Militare, quando già era stato nominato Sotto Tenente di Artiglieria. Dopo la guerra entrò nell’Arma dei Carabinieri Reali con il grado di Tenente. Tra il 1936 e il 1938, in seguito alla morte della prima moglie, svolge il suo servizio ad Asmara e ad Addis Abeba come Aiutante Maggiore. Rientrato in Italia, comanda il Gruppo interno di Bolzano e poi il Gruppo esterno di Genova, quando nuovamente spirano venti di guerra e il soldato Alessi non esita a stilare rapporti ai superiori in cui manifesta contrarietà all’entrata in guerra dell’Italia. Ciononostante, accetta l’incarico di Comandante del 1° Battaglione Carabinieri Reali Paracadutisti, che svolgerà a Tarquinia fino a luglio 1941, quando riceverà l’ordine di spostarsi in Africa settentrionale con compiti di pronto intervento e di sorveglianza della linea ferroviaria .In quel contesto Alessi si guadagna la seconda medaglia di bronzo al Valor Militare. Rientrato in Italia, gli viene affidato il Comando del Gruppo territoriale CC.RR di Sondrio. Qui lo coglie la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, e soprattutto l’8 settembre, giorno della notifica dell’armistizio. Alessi ha già stretto rapporti cordiali con gli esponenti più attivi della città, quegli uomini e quelle donne che hanno a cuore il bene comune e, dopo l’ubriacatura del ventennio fascista, sono pronti al riscatto e alla resistenza, schierandosi con le forze del governo legittimo. Continuando a mantenere l’ordine pubblico, e procedendo progressivamente, per impedire scontri e vendette, il Colonnello dà precisi ordini perché vengano protette tutte quelle categorie a rischio di persecuzione, come i soldati sbandati, gli antifascisti e gli ebrei, inoltre favorisce l’intercettazione di armi e di materiali,che vengono fatti nascondere in vista della resistenza armata ai tedeschi invasori e ai fascisti loro alleati. Alessi destinò diverse somme di denaro di sua pertinenza per favorire l’espatrio di soldati sbandati, di militari alleati e di ebrei, come poi gli fu imputato nella seduta del procedimento del Tribunale straordinario del 20 febbraio 1944, conclusosi con sentenza di condanna in contumacia a trent’anni di reclusione. Il Comandante dei Carabinieri, infatti, si era reso latitante, cercando rifugio in Svizzera con la seconda moglie Vincenzina Scorza, da dicembre ’43, dal momento che rischiava la deportazione, in seguito al suo netto rifiuto di prestare giuramento alla neonata repubblica sociale. Nella Confederazione Elvetica tiene i contatti con la Legazione italiana di Berna e con gli esponenti della Resistenza valtellinese e il 5 febbraio 1945, su richiesta del C.L.N. e del Comando delle forze partigiane dell’Alta Valle, rientra in Italia e assume il Comando della I Divisione Alpina Valtellina Volontari della Libertà. Il suo programma è quello di proteggere le popolazioni e salvaguardare il patrimonio industriale e agricolo della valle. Si dà da fare per riorganizzare militarmente le forze partigiane, provate dal terribile inverno appena trascorso, con lo sguardo rivolto al futuro, a un’Italia pacificata e concorde. Per questo non trascura di rivolgere appelli anche ai fascisti, invitandoli ad entrare nelle file della Resistenza, in nome dell’onore e dell’amor di patria; soprattutto incita a schierarsi per la lotta, senza aspettare di essere liberati dallo straniero. Prende contatti con tutte le forze dell’Alta Valle e con le Fiamme Verdi del Mortirolo e, dopo estenuanti trattative, riesce a concordare il Comando Unificato con le forze della Resistenza garibaldina. Proprio mentre si recava a Castione, per decidere le modalità di tale accordo, nella notte tra il 25 e il 26 aprile del 1945, a Gualzi di S.Anna, sopra Sondrio, dove si era fermato a riposare con l’attendente Adriano Cometti “Cesare”, fu colto da un rastrellamento di Brigate nere e della Guardia repubblicana fascista, intente a ripulire la media valle da presenze partigiane, in vista della realizzazione del piano RAR (ridotto alpino repubblicano), ideato da Alessandro Pavolini e mai veramente pianificato da Mussolini. “Marcello” e “Adriano” furono uccisi all’alba del giorno seguente alla proclamazione dell’insurrezione generale a Milano. In memoria, il Colonnello Alessi ha ricevuto la medaglia d’argento al Valor militare.